domenica 29 gennaio 2012

History corner [3] L'omosessualità nell'Inghilterra georgiana (1714-1837)



Jeremy Bentham: il primo intellettuale inglese a considerare l'omosessualità naturale (la sua mummia sorveglia il corridoio della sede principale della UCL).

A differenza che in Francia, dove il clima culturale dell'Illuminismo e della Rivoluzione portarono alla depenalizzazione dell'omosessualità, in Inghilterra vi fu la reazione contraria e le pene contro l'omosessualità divennero ancora più severe.

Generalmente le pene andavano dalla gogna, al carcere fino all'impiccagione ed il numero di processi fu considerevole (qui potete trovare diversi esempi: http://rictornorton.co.uk/eighteen/ ).

Nonostante questo, a Londra ed Edimburgo ("L'Atene del Nord") vi erano ritrovi e locali per omosessuali, mischiati spesso con la prostituzione maschile; ma generalmente la gay `sub-culture' rimase più nascosta che nel secolo precedente.

Gli intellettuali inglesi dell'epoca esprimono una condanna pressoché unanime dell'omosessualità (come al solito dell'omosessualità maschile, quella femminile non veniva neppure contemplata).

Nell'Encyclopedia Britannica (1797) informa che in Scozia il reato di sodomia era ancora punito con il rogo; l'avvocato Blackstone, autore del Commentary on the Laws of England, parlando di sodomia, lo riteneva un crimine così infamante che in caso l'accusa fosse provata falsa, proponeva di infliggere una pena poco minore a quella per sodomia a chi avesse falsamente accusato.

Persino lo storico Gibbon, autore del monumental Fall and decline of the Roman Empire, nonostante fosse cosciente dell'importanza e della diffusione dei rapporti omosessuali non solo in Grecia e Roma, ma anche nelle civiltà dell'estremo Oriente, esprime una durissima condanna dell'amore verso il proprio sesso.

L'unica voce fuori dal coro fu Jeremy Bentham, che nella sia critica al sistema giudiziario inglese, fu il primo a dichiarare che l'amore omosessuale é un sentimento che dà piacere agli individui coinvolti e non fa male agli altri, dunque non può essere né un crimine né un peccato, ma un sentimento naturale come gli altri. Non solo, l'intellettuale inglese é tra i primi a descrivere, senza però usare il termine moderno, l'omofobia. Sfortunatamente nel clima sempre più conservatore in opposizione alla Rivoluzione prima e a Napoleone poi, le parole di Bentham rimasero inascoltate.


George Gordon Noel, Lord Byron, ritratto da Richard Westall

Non mancarono neppure personaggi che coraggiosamente vissero le proprie passioni omosessuali, il più celebre caso é sicuramente il radicale Lord Byron (1788-1824). Il poeta, infatti, non faceva mistero delle sue passioni tanto verso le donne che verso gli uomini (specialmente durante gli anni di studio a Cambridge), tanto che recentemente alcuni studiosi hanno evidenziato come la sua fuga dall'Inghilterra non fosse dovuta solo agli scandali familiari, ma in generale ad un disgusto per la repressiva legislazione in materia di sessualità.

A questo indirizzo potrete trovare una raccolta dei suoi poemi omoerotici: http://www.csulb.edu/~csnider/Byron.Homoerotic.Poems.html

Nonostante sia una tematica che stuzzica le menti dei e delle fanwriter, la presunta relazione tra Byron e Percy Shelley non é mai stata documentata, anche se in negli ultimi anni la critica ha sottolineato come elementi omoerotici siano presenti nei testi di Shelley. Questo non é sorprendente se si pensa che tutto il così detto circolo `Byron-Shelley' caratterizza la propria produzione per gli argomenti radicali che tratta (infatti elementi omosessuali sono presenti anche nel Frankestein di Mary Shelley).


Consigli di lettura:

Cochran, P., Byron and women (and men), Cambridge, 2010 (saggio).

Mark Steel: Lord Byron (lezione comica): http://www.youtube.com/watch?v=bdtd-GJbhho

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