sabato 17 marzo 2012

History corner [5] l'omosessualità durante la Rivoluzione Francese

L’omosessualità durante la Rivoluzione Francese.






Non mi sono scordata del nostro appuntamento con la rubrica, stavo solo preparando un po’ di ricerche per tornare con nuovi argomenti da proporre!

Oggi mi permetto di parlarvi del mio periodo preferito, la Rivoluzione Francese.

La Rivoluzione Francese, che riformò moltissimi aspetti del diritto e del costume sociale, non fu insensibile neppure alla questione dell’omosessualità (soprattutto maschile). Il decennio precedente aveva visto una fioritura di pamphlets contro la corte e contro Marie-Antoinette; una delle accuse più comuni rivolte contro la regina era quella di intrattenere rapporti lesbici con la Contessa di Polignac e altre dame della corte, a riprova della sua dissolutezza.

Nonostante la questione del reato di sodomia avesse ricevuto poca attenzione nei cahiers de doléances precedenti la riunione degli Stati Generali, la sua abolizione rientrò nello spirito della Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino (20 agosto 1789).

Nel 1790 Jean Paul Marat prese una posizione chiara nel suo Plan de législation criminale, sostenendo che, nonostante l’omosessualità maschile fosse una vergona, essa è tuttavia un fatto privato e qualora vi fosse necessità di punirla perché causa di scandalo pubblico, i colpevoli dovrebbero essere messi in case di cura, piuttosto che in prigione.

Nella mentalità comune l’omosessualità maschile continuava ad essere percepita come un difetto, prova di una mancata mascolinità ed era usata quindi per irridere gli avversari politici (come nel pamphlet Les Enfants de Sodoma à l’Assemblé Nationale). Di attacchi di questo genere fu vittima Villette, giornalista del Chronique de Paris, spesso attaccato dal partito conservatore per il suo orientamento sessuale. Gli attacchi omofobici nei suoi confronti furono talmente forti da provocare la risposta di un amico di Villette, Anacharsis Cloot. Questi scrisse un lungo saggio la cui tesi centrale era che la legislazione deve punire solo il vizio (quindi ciò che non è dannoso per la patria), esaltare la virtù (ciò che è utile alla patria) e ignorare ciò che è neutro. L’omosessualità non è dannosa per la patria, quindi non deve essere punita; a sostegno di questa tesi portava l’esempio dei Greci e dei Romani (“Se Achille amò Patroclo, se Oreste amò Pilade, se Aristogitone amò Armodio, se Socrate amò Alcibiade, furono forse meno utili alla loro patria?”).

La sodomia fu finalmente depenalizzata pochi mesi dopo, quando il nuovo Codice Penale fu approvato (1791); la depenalizzazione passò poi nel codice napoleonico del 1810, influenzando gran parte dei paesi che furono sotto l’influsso napoleonico. Questo iniziò un fenomeno di vero e proprio turismo sessuale dai paesi protestanti (dove l’omosessualità era ancora proibita) verso quei paesi dove i rapporti omosessuali tra adulti consenzienti non erano più proibiti.

Dal punto di vista della vita quotidiana, Paris aveva i suoi luoghi di ritrovo omosessuali e una comunità attiva, che godette della depenalizzazione; allo stesso tempo però era qualcosa da vivere nel privato e veniva ancora usata come arma politica per sminuire la figura dell’avversario. È il caso per esempio dei pettegolezzi su Camille Desmoulins (velatamente accusato di aver fatto da `gigolò’ presso l’avvocato per il quale lavorava durante la rivoluzione) ed è probabilmente il sottointeso dietro alle accuse di `essere un eunuco’ lanciate a Robespierre.

Questioni di reception e… di fandom.


(Il documentario della BBC Terrore!Robespierre and the French Revolution. Chi è familiare con Versailles no bara riconoscerà -l'involontaria- citazione.)

La retorica della rivoluzione francese era molto concentrata sul genere e molto `maschilizzata’, tuttavia l’omosessualità non fu un tema così rilevante come si potrebbe pensare.

Diverso è l’approccio che molti scrittori moderni hanno e si può dire che l’omosessualità sia diventata uno dei temi tipici nelle opere ispirate alla Rivoluzione Francese.

È così che si è creata una leggenda intorno al rapporto tra Desmoulins e Robespierre: amanti in gioventù (erano compagni di scuola) o passione non ricambiata. Il tutto si complica in una sorta di triangolo di amore ed odio con l’arrivo di Saint-Just, il nuovo `compagno’ di Robespierre. Ne sono un esempio le allusioni in A place of greater Safety, ancora più esplicito il romanzo L’Archange e le procureur (dai soprannomi rispettivi di Saint-Just e Desmoulins).

La manipolazione più subdola è probabilmente nel film Danton di Wajda, dove il sotto-testo omosessuale non solo è molto evidente, ma è parte integrante dell’innaturalità che caratterizza Robespierre e Saint-Just (un approccio simile è stato ripreso in un allestimento teatrale di L’affaire Danton- dalla stessa opera teatrale da cui è tratto il film- dove il rapporto tra Desmoulins e Robespierre vira addirittura al burlesque). Questa lettura ha ormai preso talmente piede che anche opere non-letterarie, come un recente documentario della BBC intitolato Terror! Robespierre and the French Revolution, va in questa direzione. Il libro più assurdo che si muove su questi presupposti è però Antoine et Maximilien ou La Terreur sans la Vertu, dove la rilettura degli avvenimenti del 1794 dipende dalla passione irrefrenabile (e non ricambiata) di Robespierre per Saint-Just.

L’aspetto peggiore di queste interpretazioni è che l’omosessualità -repressa o meno- è sempre presentata in chiave negativa, come una devianza, una pulsione innaturale, se non sadica, e addirittura come uno dei motivi dietro al Terrore (!).

Chi cerchi una spiegazione storica a queste interpretazioni, è destinato però a rimanere con un pugno di mosche: `prove inoppugnabili' non ne esistono. Si tratta invece di un'interpretazione di alcuni documenti (poche lettere) nelle quali l'uso di certe espressioni (come `amare') è stato interpretato in senso moderno, di allusioni piuttosto oscure (nella sua difesa, Danton fa allusione alla passione di Saint-Just per i bagni turchi, nelle note di Robespierre contro i Dantonisti Robespierre fa accenno ad un `vizio privato' di Desmoulins. Soprattutto questa interpretazione viene usata per spiegare certe posizioni politiche che al lettore moderno risultano strane, per esempio il fatto che da un certo periodo in poi è praticamente impossibile distinguere tra le idee di Robespierre e quelle di Saint-Just e su chi influenzi l'altro, oppure il fatto che nel progetto di `nuova civiltà' di Saint-Just (i così detti Fragments des Institutions Républicaines) l'amicizia (tra uomini) abbia un valore non solo civico, ma quasi sacrale (gli amici sono dichiarati `amici' in una cerimonia ufficiale nel tempio, combattono fianco a fianco in battaglia e vengono sepolti nella stessa tomba) ed infine il fatto che l'ultimo discorso (mai pronunciato completamente) di Saint-Just sia un'appassionata difesa di Robespierre.

Al di là di tutto, questa interpretazione è diventata così diffusa che anche storici professionisti, si sentono in dovere di spiegare la questione, per esempio Vinot, autore di una delle migliori biografie di Saint-Just, si sente in dovere di dover reagire contro questa opinione.


Che dire? Quando i professionisti superano i fan-writer...


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domenica 11 marzo 2012

SPECIALE Un Giorno Questo Dolore ti Sarà Utile

Come avevo preannunciato, l'argomento di oggi è "Un Giorno Questo Dolore ti Sarà Utile", sia libro che film.
Devo dire, purtroppo, che sono rimasta delusa da entrambi ma soprattutto dalla trasposizione cinematografica (mai una volta che riesca a fare una recensione pienamente positiva...). In ogni caso giudicate voi...

TRAMA (del libro)
James ha 18 anni e vive a New York. Finita la scuola, lavoricchia nella galleria d'arte della madre, dove non entra mai nessuno: sarebbe arduo, d'altra parte, suscitare clamore intorno a opere di tendenza come le pattumiere dell'artista giapponese che vuole restare Senza Nome. Per ingannare il tempo, e nella speranza di trovare un'alternativa all'università ("Ho passato tutta la vita con i miei coetanei e non mi piacciono granché"), James cerca in rete una casa nel Midwest dove coltivare in pace le sue attività preferite - la lettura e la solitudine -, ma per sua fortuna gli incauti agenti immobiliari gli riveleranno alcuni allarmanti inconvenienti della vita di provincia. Finché un giorno James entra in una chat di cuori solitari e, sotto falso nome, propone a John, il gestore della galleria che ne è un utente compulsivo, un appuntamento al buio...

RECENSIONE LIBRO
Il 23 Febbraio, il giorno prima dell'uscita del film, ho concluso Un Giorno Questo Dolore ti Sarà Utile e anche del presente romanzo, come di altri libri che ho letto precedentemente, non sono stata pienamente soddisfatta.
In pratica narra le vicende dell'ultima estate a casa, prima dell'università, del protagonista, James, ragazzo spesso definito disadattato perché preferisce rimanere da solo piuttosto che stare con i coetanei, tra sedute psicoterapeute, visite alla nonna, Nanette, riflessioni e disagi adolescenziali e scherzi poco graditi.
Innanzi tutto comincio col dire che la trama è piuttosto fuorviante, nel senso che sembra che il fulcro delle vicende siano gli incontri in chat tra John, il gestore della galleria d'arte della madre del protagonista, e James. Almeno questo è quello che ho pensato acquistando il libro. Niente di più sbagliato!. Tra i due ci sarà solo un episodio, relativamente rilevante, o meglio, rilevante solo per la crescita del protagonista (si tratta di un romanzo di formazione). Ciò mi ha piuttosto delusa, ho atteso tutto il tempo per qualcosa che non si è mai verificato.
Inoltre, il libro racconta gli avvenimenti di un'estate, un'estate piuttosto noiosa! Di fatto, a parte l'episodio con John, non è successo niente. Su questo punto alla fine del romanzo sono rimasta interdetta e mi sono chiesta: tutto qui?
Per quanto riguarda i personaggi, non gli ho trovati molto approfonditi ma forse ciò è normale, nel senso che erano descritti dal punto di vista del protagonista e questo, essendo piuttosto chiuso in sé stesso, non si è soffermato molto a capire chi gli stava attorno. James, tuttavia, a volte, nel suo voler apparire superiore agli altri, l'ho trovato piuttosto irritante e infantile, soprattutto con la psicoterapeuta.
Quello che, invece, ho preferito maggiormente sono le riflessioni velate e abbastanza impegnate sul mondo dei giovani, proprio di quel protagonista che a volte non mi è piaciuto (quindi non è che James mi sia stato totalmente antipatico, solo a volte). Queste hanno fatto si che continuassi la lettura abbastanza interessata.
Infine, mi è piaciuto anche lo stile scorrevole e fresco dell'autore che mi ha permesso di leggere il romanzo velocemente, facendomi pesare meno di quel che avrebbe dovuto la mancanza di azione e di quei momenti "piccanti" che mi sarei aspettata leggendo la trama.
In conclusione, col senno di poi, posso affermare che il titolo ci sta proprio, anche se potrebbe scoraggiare la lettura. Consiglio questo romanzo a chi è interessato ad una lettura riflessiva, senza aspettarsi chissà quali avvenimenti.
VOTO: ***
Titolo: Un Giorno Questo Dolore ti Sarà Utile
Autore: Peter Cameron
Editore: Adelphi
Pagine: 206
 Prezzo: € 10,00
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RECENSIONE FILM
Sono andata a vedere il film il giorno stesso che è uscito e in sala c'erano solo cinque persone, sottoscritta compresa. Va da sé che, almeno a Verona, ha fatto flop. In realtà neanche a me è piaciuto molto, come del resto ho gradito fino ad un certo punto il libro. Posso definire questa come la pellicola cinematografica più brutta che sia andata a vedere negli ultimi anni, la più brutta perché non mi ha lasciato o fatto suscitare nulla.
La storia racconta dell'ultima estate a casa prima dell'università di un adolescente, James, solitario e incapace di stare con i propri simili. Passa la maggior parte del tempo con la nonna Nanette e la life coach da cui è inizialmente stato costretto ad andare e con cui poi riuscirà a costruire "un'amicizia". Gli eventi centrali sono la disastrosa avventura a Washington e lo "scherzo" in chat architettato da James nei confronti del gestore della galleria d'arte della madre.
Innanzi tutto ho notato come i problemi adolescenziali del protagonista, su cui, per sua stessa ammissione, il regista Roberto Faenza si è focalizzato, siano trattati superficialmente, senza analisi psicologica, non lasciando nulla all'immaginazione, al contrario di come sono stati gestiti dall'autore del romanzo che almeno da quel punto di vista ha fatto un buon lavoro.
Poi, sempre confrontando libro-film, nel primo la life coach era una psicoterapeuta che aveva con il protagonista un rapporto distaccato e il suo ruolo principale era passivo, cioè quello di far si che James parlasse e riflettesse su sé stesso e sugli episodi di quell'estate, insomma era un pretesto narrativo, sebbene importante, per far andare avanti la storia, nel film, invece, diventa la confidente e l'amica (per non dire qualcosa di più) del protagonista e il suo personaggio ricopre una funzione attiva. Ciò mi ha dato un po' fastidio perché io ero andata al cinema aspettandomi di vedere almeno una parvenza di storia gay, parvenza perché già il libro non è che possa essere definito esplicito in tal senso, ma neanche questa c'è stata visto che una simil-relazione si è sì verificata... ma con la life coach... Avevo comunque già sentito in rete, prima della visione della pellicola, che il regista non aveva evidenziato per niente l'aspetto omosessuale e, fatta eccezione per qualche cenno, non si direbbe minimamente che il film è a tematica gay. Peccato perché tolto ciò non resta altro che un comunissimo e banale filmetto sulla crisi adolescenziale. Niente di straordinario, sebbene la presenza di un cast lodevole.
Parlando proprio dei personaggi, mi è particolarmente piaciuto il protagonista, qui più esplicito e meno contorto (ok, ciò non è proprio un merito visto che la storia si regge proprio su questo punto), di cui nel libro ho provato un po' di antipatia. Davvero una buona recitazione e una gradevolezza nell'aspetto (al contrario che nella locandina). Un'altro personaggio che mi è particolarmente piaciuto (ammetto, soprattutto per la presenza) è la sorella di James, Gillian; alcune sue mise erano davvero fantastiche.
In conclusione, questo è stato un film piuttosto scontato che ha reso banale anche ciò che nel romanzo si poteva salvare, come le riflessioni contorte del protagonista. Sostanzialmente non consiglio la pellicola se non a chi ha letto il libro e ora vuol vedere anche la trasposizione cinematografica e a chi non ha niente di meglio da visionare. Sebbene è definito un film a tematica omosessuale, secondo me "Un Giorno Questo Dolore ti Sarà Utile" può vederlo tranquillamente anche chi non è interessato/appassionato al genere. Come ho già detto, c'è solo qualche piccolo riferimento gay.
VOTO: ***-

Titolo Originale: Someday This Pain Will Be Useful to You
Paese: U.S.A., Italia
Genere: Drammatico
Durata: 98 minuti
Canale: Cinema
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mercoledì 7 marzo 2012

DreamspinnerpressIT

Buongiorno a tutti!
Altra comunicazione di servizio per voi :)
Da ieri sono ufficialmente il referente per social network italiani della DreamspinnerPress, aperti appositamente per seguire i lettori e teneli aggiornati su iniziative varie.

Vi lascio i riferimenti:

https://twitter.com/#!/DreamspinnerIT

http://www.facebook.com/pages/Dreamspinner-Press-in-Italiano/410859222262528


C'è anche un indirizzo mail al quale scrivere casomai aveste qualcosa da chiedere:  italian@dreamspinnerpress.com

Chiedo spudoratamente il vistro aiuto per far girare la voce il più possibile, grazie!
E' così bello che stiano organizzando una vera e propria struttura per noi ;)

FOLLOWATE E LIKATE, GENTE!


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giovedì 1 marzo 2012

Russia: Don't Go There. We Will Not Be Silenced - AllOut.org

Buongiorno a tutti! Scusatemi per la lunga assenza, ma tradurre i romanzi per la DSP sta diventando "quell'attimo" oneroso.
Non che mi dispiaccia farlo, tutt'altro, ma avendo già un altro lavoro mi resta davvero pochissimo tempo libero (e ho anche le mie storielle sulle quali lavorare XD).

Ad ogni modo, oggi vi voglio segnalare una cosa che mi ha lasciato senza parole. Mi ha passato il video proprio stamattina una mia amica russa, sconvolta per quello che potrebbe succedere a San Pietroburgo e che sta già accadendo.

 Il video parla da solo. Qui si va ben oltre il ledere la libertà di parola...


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