sabato 11 febbraio 2012

History Corner [4] L’omosessualità nella Grecia classica


L'omosessualità nella Grecia classica


Oggi vi parlerò di un tema molto comune per chi si interessa di storie d’amore fra uomini o per chi naviga nelle fanfiction: la concezione dell’omosessualità nella Grecia Classica (VI-IV sec. a. C).

La Grecia è da sempre considerata la `patria dell’amore libero’ e la cultura greca la prima per la quale l’omosessualità non venisse demonizzata. In questa concezione comune c’è allo stesso tempo del vero e del falso.

La prima concezione molto semplicistica è che si parla di Grecia e di cultura greca senza contare che fino in epoca ellenistica la Grecia non fu mai unita territorialmente ed ogni città-stato aveva la propria cultura, anche se poi la cultura greca è essenzialmente identificata con la cultura dell’Atene del V-iV secolo (sulla quale abbiamo più fonti).

VI secolo: la cultura eolica. Nelle isole a est della Grecia si hanno le prime testimonianze post-omeriche sulla percezione dell’omosessualità. In questo secolo fioriscono le eteria, associazioni politiche della élite guerriera, che si ritrovavano insieme nel rito del simposio. In queste occasioni non è raro che il guerriero –seguendo il modello dei poemi omerici- si diletti con l’amore di una cortigiana o di un fanciullo. Sempre nello stesso secolo, la più famosa concezione di `amore omosessuale’ è però al femminile: si tratta dell’istituzione chiamata thiasos, una sorta di collegio religioso per l’educazione delle donne dell’élite, dove oltre alle arti veniva insegnato loro anche ad amare, come testimoniano alcuni carmi di Saffo.

Sparta: Secondo lo scrittore Plutarco, Sparta fu la prima città greca a regolamentare l’amore tra uomini come tappa fondamentale dell’educazione della classe dominante (gli Spartiati). Ogni giovane alla fine della propria educazione militare (16-18 anni) doveva trovarsi un amante più grande che lo accompagnasse come un mentore negli anni futuri e che dividesse con lui gloria e disonore.

Atene: É ben noto che anche ad Atene l’aristocrazia mantenesse un’istituzione simile a quella spartana. Era dunque perfettamente lecito che un giovane di buona famiglia (dove per giovinezza fosse inteso quel periodo prima della completa maturazione dei caratteri sessuali secondari, come la barba) avesse un amante di uguale o maggiore rango sociale e più anziano, con il quale intrattenere una relazione allo stesso tempo amorosa e pedagogica. Una volta cresciuto, il giovane (eromenos) avrebbe dovuto abbandonare il proprio amante (erastes) per sposarsi con una donna e diventare erastes di un giovanetto a sua volta. La poesia erotica e le leggi documentano la codificazione (o il tentativo di codificazione) di questo tipo di rapporti fin nel contatto fisico.

Forme di rapporti omosessuali, molto spesso retaggi di cultura guerriera e nobiliare, erano diffuse anche in altre regioni della Grecia, come nel famoso caso del Battaglione degli Amanti nell’esercito Tebano.

Nonostante questa diffusione dei rapporti che oggi definiremmo omosessuali, bisogna sempre usare una certa cautela perché la concezione della sessualità nel mondo classico non è in alcun modo paragonabile alle categorie con le quali siamo abituati a ragionare nella cultura contemporanea. Lo stesso termine “omosessualità”, nonostante la radice greco-latina, è infatti un prodotto della cultura del XX secolo. I rapporti con lo stesso sesso non precludevano affatto quelli col sesso opposto e in ogni caso l’espressione pubblica della sessualità omosessuale e eterosessuale era comunque regolamentata da una serie di normative sociali e legislative. Pensare alla Grecia come la patria dell’amore rainbow si rivela quindi una (piacevole) falsificazione storica.

Per saperne di più:

C’é un libro che mi sento di raccomandare spassionatamente a chiunque sia interessato all’argomento: Secondo natura di Eva Cantarella.

Si tratta di un saggio, scritto in maniera molto scorrevole e chiara, che affronta appunto il tema della concezione della sessualità nel mondo classico greco-romano, con ampi esempi tratti dalla letteratura e dall’iconografia.

Per chi invece preferisce la narrativa, consiglio un classico della letteratura omosessuale: The last of the wine (Le ultime gocce di vino) di Mary Renault (della quale mi sentirete parlare spesso).

È la storia del giovane ateniese Alexis e della sua complicata storia d’amore con Lysis nel bel mezzo della guerra del Peloponneso: una storia tragica che mescola abilmente storia, avventura e amore.


Comunicazione di servizio: per gli amanti del gossip storico, anticipo che, per farmi perdonare di aver saltato una settimana, sto preparando un post sulle storie d'amore omosessuali nell'Antichità, da far uscire intorno a San Valentino.

1 commenti:

katia860 ha detto...

Ciao, anchio ho quest'illusione del fatto che l'antica Grecia sia il "regno" dell'amore omosessuale, in realtà però so che è, appunto, solo un'illusione, ma è bello crederci. Per quanto riguarda i libri consigliati, io preferisco decisamente la narrativa e di Mary Renault ho già avuto modo di leggere "Il ragazzo persiano". Peccato che "Le ultime gocce di vino" non è disponibile ne' su Bol, ne' su Amazon, proverò a vedere nell'usato.
P.S. Non vedo l'ora di leggere lo speciale di San Valentino! Mi interessa molto l'argomento, soprattutto se c'è qualche personaggio nuovo oltre a quelli già noti.

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