lunedì 15 ottobre 2012

Teaser monday - Amore a a prima vista



Jonathan uscì dalla stanza con alcune brochure strette nella mano e aspettò fino a quando la porta fu chiusa prima di iniziare a ridere. Non capiva cosa stesse accadendo tra la sua amica e il suo ragazzo, ma sapeva che George la amava. Sinceramente, era sorpreso che ci avesse messo così tanto prima di chiamarla. L'unica incognita, ora, era quanto Kathy avrebbe deciso di farlo soffrire prima di perdonarlo per qualsiasi cosa lui avesse fatto di sbagliato.
Uscì dall'hotel e camminò lungo le strade gremite di New York. E fu in quel momento che la sua vita si capovolse. Beh, tecnicamente fu il suo corpo a capovolgersi quando inciampò scendendo gli scalini della metropolitana. Non si ferì gravemente, ma si slogò un polso, così i paramedici lo portarono all'ospedale per fargli delle lastre. Il dottore confermò che non c'era niente di rotto, mise il polso di Jonathan in un tutore e lo dimise.
Dato che aveva già diciotto anni ed era legalmente un adulto, l'ospedale non era tenuto a chiamare nessuno prima di curarlo, ma lui non aveva voluto che la sua insegnante si preoccupasse, così l'aveva chiamata e le aveva spiegato il tutto. Una volta che la tracolla fu al suo posto, entrò in ascensore per uscire dall'ospedale e tornare in hotel. Non fu una sorpresa quando sbagliò a premere il pulsante e scese al piano sbagliato. Quando si rese conto di essere nel reparto maternità invece che nell'atrio, Jonathan era in piedi di fronte alla nursery, ipnotizzato dall'uomo che vedeva dietro la vetrata.
Lo sconosciuto indossava sopra i vestiti uno dei camici blu dell'ospedale, era seduto su una sedia a dondolo e teneva tra le braccia un neonato avvolto in una coperta blu e rosa a strisce. I suoi capelli erano di un nero intenso, la pelle chiara e i suoi occhi... wow, quegli occhi. Erano bellissimi, di uno scintillante blu scuro che Jonathan non aveva mai visto, né mai immaginato. Sentì di poter annegare in quegli occhi.
Jonathan era immobile nel corridoio dell'ospedale e fissava quell'uomo splendido. Non poteva sentire attraverso il vetro, ma gli sembrava che stesse cantando qualcosa al bambino che cullava tra le braccia. E c'erano lacrime che rigavano quel viso ben definito e perfetto. Jonathan voleva avvicinarsi all'uomo dagli occhi blu, sederglisi in grembo e asciugargli le lacrime. Voleva toccare quei soffici capelli neri, appoggiare la testa contro il suo petto e sentire il suo cuore battere. Voleva prendersi cura di lui per far sì che non piangesse mai più. Il tempo si fermò mentre Jonathan immaginava il proprio futuro con quell'uomo dagli occhi blu.
“Jonathan Doyle! Eccoti qui.”
Jonathan voltò il capo verso l'ascensore e vide la sua insegnante correre verso di lui in preda al panico.
“Hai detto che saresti venuto direttamente in hotel. Quando non sei arrivato, ho chiamato l'ospedale e mi hanno detto che ti avevano dimesso un'ora fa. Grazie a Dio stai bene. Cosa ti è successo stavolta, caro?”
La donna guardò il suo braccio e toccò teneramente l'imbracatura. Jonathan alzò lo sguardo sull'orologio appeso al muro e si rese conto che erano passate tre ore. Gli erano sembrati solo pochi secondi e invece aveva fissato l'uomo dei suoi sogni per tre ore. Quando tornò a guardare attraverso la finestra, lo sconosciuto se n'era andato. Era come se fosse svanito nel nulla. Avvertì una fitta al cuore per quella perdita e il ragazzo faticò a fare entrare aria nei polmoni. Sforzandosi di stare calmo, rispose alla sua insegnante.
“Oh, mi scusi, signora Burns. Non volevo farla preoccupare. Sono sceso al piano sbagliato e ho perso la nozione del tempo.”
“Va tutto bene, caro. Capisco.”
La signora Burns conosceva Jonathan sin dal primo anno, quindi aveva smesso di fargli domande quando si cacciava in situazioni strane. Gli prese il braccio ferito e lo condusse all'ascensore, poi fuori dall'ospedale e nel taxi che li aspettava in strada.
“Kathy ha preparato la tua borsa, Jonathan. Dobbiamo andare subito all'aeroporto per prendere il nostro volo.”
Lui annuì, ma l'unica cosa alla quale riusciva a pensare era quell'uomo dietro il vetro della nursery. L'uomo con quegli stupefacenti occhi blu.
Quando tornò a casa, a Emile City, s'inventò delle scuse per cui avrebbe dovuto trasferirsi a New York dopo il diploma. Le sue ragioni avevano qualcosa a che vedere con il trovare la vocazione nella città dove tutto era possibile ed esplorare la scena musicale visto che lui amava la musica. A chi importava? Erano sciocchezze e Jonathan lo sapeva. Non aveva nessuna vocazione. Non aveva mai avuto un interesse per qualcosa in particolare. Era sempre stato nella media riguardo a qualsiasi argomento o attività.
La verità era che voleva trasferirsi a New York perché era lì che lui viveva. Jonathan voleva incontrare lui. Aveva bisogno di conoscere lui. Quel bell'uomo dagli occhi blu che l'aveva così colpito. Quell'uomo chiaramente etero che aveva un bambino. L'uomo del quale si era innamorato a prima vista.


Amore a prima vista, Cardeno C.
Traduzione: Barbara Cinelli
Dreamspinner Press
Pagine: 225
Cover artist: Paul Richmond

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